Mentre la popolazione mondiale sta lentamente tornando alla normalità, migliorando la propria capacità di gestione della pandemia, moltissimi sono i mutamenti indotti dai lunghi periodi di lockdown sul modo di vivere e lavorare. In primo luogo, l’enorme accelerazione della cosiddetta digital transformation, ovvero l’integrazione di modalità di lavoro ed interazione digitali nella vita di tutti i giorni. Già a metà del 2020, Think with Google, il blog del colosso di Mountain View, notava come i comportamenti dei consumatori fossero diventati più digitali tanto da classificare l’online come il primo canale di acquisto per la maggioranza dei clienti.
È facile intuire come questa profonda accelerazione abbia un impatto diretto anche sul mondo del lavoro. I responsabili delle risorse umane, alle prese con lo smartworking forzato dei mesi scorsi, hanno ormai sulla propria scrivania dossier importanti relativi proprio alle modalità di ritorno a quello che non a torto viene considerato new normal. Se si pensa, inoltre, agli investimenti che nei mesi precedenti la pandemia le grandi aziende hanno fatto in real estate per costruire sedi moderne e – spesso – decisamente imponenti, è chiaro che in cima all’agenda di tutte le realtà produttive ci sia proprio la comprensione del new way of working. Una survey degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano del 2021 conferma che l’89% delle 244 grandi imprese italiane interpellate rivedrà i propri spazi con interventi strutturali, o ne ripenserà l’utilizzo.
Quali sono allora i mega trend che stanno già cambiando il nostro modo di lavorare e vivere l’ufficio? Il World Economic Forum, nel suo white paper di ottobre 2020 dal titolo emblematico di Resetting the Future of Work Agenda: Disruption and Renewal in a Post-COVID World, evidenza alcune tendenze chiave.
Woods Bagot è uno studio internazionale di architettura che in un post recente si chiede se l’ufficio sia ormai definitivamente morto. La risposta è no, sebbene sia chiaro che stiamo già vivendo una sua profonda trasformazione. Diversi sono i modelli identificati dagli architetti, tra cui spicca il cosiddetto Culture Club, ovvero uno spazio dedicato soprattutto alla collaborazione (riunioni, workshop, discussioni), che prevede di lasciare il lavoro dei singoli, da scrivania, all’ambiente domestico. A casa si può essere concentrati e dediti al deep work, mentre insieme è più semplice il confronto diretto.
Questa nuova concezione dell’ufficio, più club, appunto, che luogo di produzione vecchio stile, sarà sempre più un ambiente dove vivere i valori della propria azienda, incontrare i colleghi, prendere le decisioni e, paradossalmente, sentirsi a casa propria.
Il lavoro dei sales è quello più vicino a questo nuovo mindset: spesso lontano dalla sede, ma vicino ai clienti, già oggi ha l’abitudine di interfacciarsi con i colleghi da remoto e di utilizzare la tecnologia in modo esteso.
Apparound è in grado di supportare i venditori e le direzioni commerciali nel cogliere ancora più rapidamente le opportunità di queste trasformazioni, semplificando il processo di vendita, rendendo più efficace e smart il lavoro della rete, grazie a contenuti digitali sempre aggiornati e alle funzionalità di configuratore di prodotto (CPQ), generatore di contratti, firma remota e moduli per la raccolta dati sul campo.
Oggi, più che mai, la trasformazione digitale è un modo per crescere.
Key take away